mercoledì 31 ottobre 2007

storielle davanti al caminetto

siamo ad halloween.
e ad halloween ci si racconta le storie di paura.
stamattina mi è tornata in mente questa, letta almeno 15 anni fa su quello spettacolo su carta che era H/M (e se non la ricordate peggio per voi).

tra le news c'era questa storiella in cui kerry king va al concerto di una qualche boyband (non so perchè ma mi vengono in mente i backstreet boys), si mette sotto al palco, fa casino, i tizi della boyband scendono dal palco per farlo smettere e lui li mena a tutti e 5.

è una storia molto bella.


firmato: dok

Dream Theater: Milano, 29 dicembre 2007

Calano dagli USA i 5 campioni del progressive metal per mettere in scena il loro consueto spettacolo fatto di arte e sapienza tecnica. Un solo aggettivo mi viene in mente per descriverli: sontuosi.

Dal punto di vista scenografico il concerto si rivelerà solo accettabile per un gruppo di tale fama ed esperienza: l'appetito visivo viene ripagato solo in parte da qualche banale effetto di luce e da un maxischermo che sembrava giusto buttato lì, poco valorizzato, sul quale scorrevano immagini di repertorio (videografico) e le riprese delle "mani" degli strumentisti on stage. Ma non è questo che cerca chi assiste a un concerto dei Dream Theater, quindi ci si passa allegramente sopra.

Sontuosi dicevo, sempre al confine tra il circo e la sinfonia, sospesi tra lo scherzo e la melodia, in bilico tra la tecnica e la malattia. Possono annoiare, ma sono capaci di emozionare. Quel che è certo è non passano inosservati. Sanno stare sul palco, te ne rendi conto fin dal primo accordo, ognuno ingigantito nel suo essere star indiscussa dello strumento: un set di tamburi e percussioni imbarazzante per Portnoy, un impressionante rack d'effetti per Petrucci, un "monolocale" di tastiere e sequencer per Rudess, un'essenzalità spinta per la postazione del basso di Myung (LaBrie andava e veniva come al solito con la sua asta sventolata verso il pubblico).

La setlist ha mostrato qualche buco, inevitabile per quei gruppi che hanno più di vent'anni di carriera discografica alle spalle (e in particolare per chi, come loro, ha dei "classiconi" da 10 minuti l'uno difficili da ripetere ad ogni concerto): hanno comunque spaziato dai loro esordi di Images & Words fino alle complesse suite degli ultimi (e criticati) dischi, passando per il melodico (si fa per dire) Metropolis pt.2 e per il lisergico Falling Into infinity; mi pare sia mancato all'appello il mio disco preferito, Awake, ma si vede che John non aveva voglia di imbracciare molto a lungo la sua 7 corde.

Capitolo suono: potente, concreto, sicuro, preciso. Inevitabile qualche riverbero di troppo in una struttura come il Datchforum che non è proprio un auditorium perfetto, ma un voto decisamente positivo ai tecnici che hanno permesso allo spettacolo di, semplicemente, "farsi sentire bene".

C'è un aspetto che stupisce e che lascia con le mandibole spalancate ad ogni esibizione dei DT: sono affiatati. Ci sono decine di gruppi che li possono eguagliare (e perché no, superare) in quanto a tecnica esecutiva e complessità compositiva, ma loro ci sanno dannatamente fare. Mai una sbavatura, mai un'incertezza percepita dagli astanti, mai un fremito di fronte a una stecca di qualche tipo. Tutto liscio.

L'esuberante Portnoy, dietro alla sua selva di piatti & tamburi, si agita come un pazzo roteando e lanciando bacchette a destra e a manca, suonando in piedi o seduto, cantando, agitando le mani per incitare i supporters (e indossando, mi è parso, una ruffiana maglietta della nazionale italiana). Uno spettacolo nello spettacolo, un gigante inarrivabile che unisce forza, fantasia, tecnica e showtime. Il solitario Myung, basso a 5 o 6 corde scatenato e lanciato lungo le strette vie cittadine percorse dalla loro musica: nessuna prateria vergine nella quale cavalcare in libertà, ma un intrico di passaggi e cambi di tempo nei quali far da guida e da contenitore ai suoi scatenati compagni di palco. Il tarantolato Rudess, folle agitatore di tastiere rotanti, che si perde in assoli dalle mille e una nota, che imbraccia una tastiera a mo' di chitarra (molto 80s) e scende in prima fila accanto ai due suonatori di corde per un terzetto spettacolare, che non vuole rssegnarsi al ruolo di tastierista nascosto e immobile dietro le ottave bianche e nere di una tastiera. Il sacrificato LaBrie, apparentemente l'unico un po' giù di forma, sia fisica che vocale: ma è sempre stato così, in perpetua alternanza tra periodi fulgidi e momenti di apannamento. E il leader John Petrucci, vero dominatore del palco, vero ipnotizzatore della folla adorante: si ritaglia molte volte (forse anche troppe) piccoli spazi per i suoi assoli frenetici e da sempre accusati di mancare di "feeling". Continua ad essere vero (anche se gli ho visto fare addirittura 4/5 bending durante la serata) e continua a piacere anche per quello. Ce n'è per tutti e sempre: intro, outro, passaggi centrali infiniti, uno wha wha posizionato al centro del palco perché quello è il suo posto nella storia e nei concerti dei Dream Theater, passaggi all'unisono con le tastiere a una velocità e con una precisione sovraumani. E un-suono-uno, pulito o distorto, senza vie di mezzo (forse ha giocato un paio di volte con li tono, ve lo concedo).

Se è necessario che una recensione si chiuda con un voto non mi avrete: il concerto mi è piaciuto, molto, ma forse sono di parte in quanto appassionato di chitarra, tecnica e nella parte di fan del gruppo in questione. Non mi nascondo che possa non piacere il genere, annoiare chi è in cerca di energia pura, risultare un'incomprensibile passione per chi la musica la intende come ritornello da canticchiare mentre lava i piatti. I DT sono tosti, spaccano il secondo, sbattono in faccia la loro superiorità tecnica, si compiacciono di loro stessi: ma non li cambierei con nessun Capossela (si fa per dire, eh) di questo mondo.


firmato: Limo

lunedì 29 ottobre 2007

i sigur rós hanno fatto un film



e noi ce lo guarderemo, e soprattuttly ci ascolteremo le due colonne sonore




qui o qui per saperne di più


firmato: dok

domenica 28 ottobre 2007

amari | scimmie d'amore


parte I: la prima volta ho pianto ma poi mi è piaciuto tanto
ho scoperto gli amari con l'uscita di grand master mogol, ne parlavano tutti, se ne leggeva un gran bene e quindi gli do un ascolto.
non mi colpiscono granchè.
poi pian piano cominciano a salire.
presente quei dischi che magari non consideri granchè ma che quando non sai cosa ascoltare metti sempre, e tutte le volte ti soddisfano.
e alla fine mi accorgo che probabilmente gran master mogol è il mio disco del 2005, è infarcito di suoni e suonini di cui ti accorgi pian piano, e i testi sono tagliati su misura per la "generazione che le rivoluzioni le pensa sul divano", quella che deve "aggiornare il diario di tutte le sconfitte"

parte II: se giocassimo col dolore senza risentirne affatto, se giocassimo e basta
il seguito di un disco che hai amato, brutta storia.
paura che facciano una cagata.
poi comincia a girare 30 anni che non ci vediamo e ti metti tranquillo, è un gran pezzone, un testo bellissimo, e la musica che fa un saltino in avanti rispetto a grand master mogol.
appunto la musica.
ufficialmente gli amari fanno pop sbagliato, alla fine il modo migliore che ho trovato per descrivere il suono degli amari è il nome di un'altra giovine (e bravissima) band italica: my awesome mixtape.
ascoltare gli amari è un po' quello, presente quando ti facevi le cassettine con dentro un ira di dio di roba, canzoni che facevano a pugni tra di loro ma che nell'insieme erano assolutamente perfette e tue?
per me scimmie d'amore è questo: una meravigliosa cassetta.

parte III: perchè ti devi fare odiare?
aneddoto sugli amari che mi piace molto.
una volta ne parlavo con un mio amico che non li conosceva, consigliandogli grand master mogol.

dok: devo ricordarmi di portarti dil disco degli amari, è davvero figo
*****: che musica fanno?
dok: bah, hanno iniziato come hip hop, ma il disco nuovo è un gran mischione.
*****: ah
moglie di *****: di cosa parlate?
dok: gli ho consigliato un disco: gli amari
moglie di *****: e che musica fanno?
*****: fanno cagare, sembrano fabri fibra.
dok: ...

(i nomi sono stati modificati per proteggere gli innocenti)

sito degli amari
myspace


firmato: dok

sabato 27 ottobre 2007

amy winehouse live @ alcatraz milano



the "the niro" accident:purtroppo grazie a un'organizzazione non proprio cristallina arriviamo in ritardo e ci perdiamo the niro (ma ha suonato? quando siamo entrati non dava l'impressione che fosse successo qualcosa...)

nota di colore: entriamo insieme a mario luzzato fegiz, non so perchè ma me l'aspettavo più basso.

premessa1: non ce n'è, quando c'è di mezzo una band soul il cantante ha sempre una gatta da pelare per tenere i musicisti al loro posto perchè sta gente qui quando suona suona (si chiamerà soul mica per niente)

premessa2: di amy winehouse abbiamo straletto tutti, sregolatezze ecc. quindi avevo messo in conto che la riuscita del concerto era un terno al lotto.

svolgimento: l'inizio del concerto è stato un po' così più che altro per dei suoni decisamente lassativi. ci sono voluti 3 pezzi per aggiustarli ma poi è stato un bel sentire.
per mettere in riga amy, invece, ci sono voluti un paio di pezzi un più e un bel bicchierone di analcolico moro.
e da lì è partito il saliscendi alcuni pezzi di incredibile intensità (una back to black mostruosa) e altri in cui la cantante sembrava aver la stessa voglia di essere sul palco quanta ne potesse avere si essere sul lettino del dentista. a questo poi ci aggiungiamo un vestito che non ne voleva sapere di stare su e che quindi rompeva un po' le palle (ma ci ha regalato l'immagine di amy che ogni tanto si smanazzava le tette).
molto belli i riarrangiamenti di alcune canzoni, molto in levare, quasi ska, mi sono tornati in mente i new york ska-jazz ensemble.
comunque il concerto è stato un bel crescendo a chiudere con una rehab abbastanza tirata e i due bis love is a losing game e un'incredibile cover di valerie degli zutons (una gran botta!).

conclusioni: lei è un gran personaggio, ha una voce della madonna © e se fosse un pelo più presente avrebbe anche un po' di presenza scenica da giocarsi, la ragazza deve applicarsi sulla costanza perchè quando c'è c'è e alla grande.
stringendo:
un bel concerto di amy winehouse
un bellissimo concerto della band di amy winhouse

lo so che la foto fa cagare ma il mio uccellulare queste fa


firmato: dok

venerdì 26 ottobre 2007

ingmar bergman ep


Indie Blog


ahhh come ci piacciono queste cose...


firmato: dok

giovedì 25 ottobre 2007

justice | d.a.n.c.e.

oggi per lavoro ho dovuto telefonare in francia e la tipa faceva finta di non capire il mio inglese perfettissssssssimo.

quindi adesso mi sento autorizzato a dire che i justice a me mica piacciono



(ok sto pezzo è figo, ma gli altri no, no, no, no, non ci siamo)


firmato: dok

piacere alla seconda

i decemberists che coverizzano bjork.
tipo il pane e salame e il pane e nutella insieme, uno sopra l'altro.
cioè, forse no.
comunque sono contento.

(i decemberists hanno dei photoset incredibili)
(e già che ci sono: e hanno fatto uno dei miei video preferiti)


firmato: dok

mercoledì 24 ottobre 2007

daytrotter

molto bella l'idea di daytrotter.com, il sito, oltre alle solite interviste e recensioni, organizza sessions (più o meno) unplugged e le mette in download gratuito.

la qualità delle registrazioni è eccezionale e la lista degli artisti è impressionante. nota di colore non vengono mai usate foto degli artisti ma sempre dei bei disegni (se, come me, siete feticisti del cover flow di i-tunes i disegni sono inclusi nelle info dei file).

per ora testati con orecchio questi:
of montreal: divertenti in questa versione acustica: suffer for fashion fighissima.
bonnie 'prince' billy: grandissimo, ma che te lo dico a fare....
menomena: non li avevo ancora sentiti, i pezzi in questa versione semiacustica sono molto belli, vedrò di dare una botta agli originali.
jennifer gentle: finalmente cominciamo ad esportare qualcosa. i pezzi sono belli, sghembi, beatlesiani in qualche modo.

anche qui: buon ascolto.


firmato: dok

indies compilation | peteran records

è già fuori da un bel po' ma prima senti come pompa non c'era e quindi ne parlo adesso.




30 pezzi in download gratuito, per saggiare un po' il panorama indie italico.
buon ascolto.


firmato: dok

Dave Matthews Band


In occasione dell'uscita dell'ultimo disco live solista di Dave Matthews in collaborazione con Tim Raynolds, "Live At Radio City" (ancora non ben assimilato), ci tengo a segnalarvi la più bella raccolta live in due dischi dalla Dave Matthews Band "DMB": The Best Of What's Around!!!


Eccellenti suoni e musicisti della madonna!
Per non parlare della voce di Dave (Pearljammiana)!!
Se dovessero venire a suonare in Italia, sicuramente sarò in prima fila!

Tra i pezzi, segnalo: The Best Of What's Around, Rapunzal e Don't Drink The Water


firmato: ilax81

Rush on stage

Ieri sera concerto dei canadesi Rush al Datchforum di Milano (e avendo avuto il biglietto in omaggio non posso lamentarmi di nulla). Breve resoconto da non conoscitore della band.

Spettacolo decisamente esaustivo: vedere suonare per 3 ore (a cui aggiungere un quarto d'ora di intervallo) un gruppo che è in giro da più di 30 anni è uno spettacolo, e sembrava proprio che si divertissero a farlo. I 3 ragazzotti stempiati hanno messo in piedi uno show davvero coinvolgente scenograficamente, pur senza essere del tutto originale: 3 mega-schermi alle spalle con un'ottima regia video (e un'ottima traduzione in italiano per i pezzi di filmato proiettati); luci ed effetti visivi di prim'ordine; palco molto ampio ed essenziale; pedaliere di effetti molto estese per i due frontman (basso e chitarra) e batteria doppia, praticamente circolare, per un solo finale che ha strappato applausi a scena aperta da parte di tutti i presenti. Piccola pecca nella miscelazione dei suoni, che non hanno mai permesso alla voce di bucare in maniera efficace il muro sonoro sparato dall'impianto a un ottimo volume (non assordante e non troppo leggero). Esecuzione dei pezzi pulite e precise come ci si aspetta da un ensemble definito prog.

Piccola nota: a un certo punto sugli schermi, posizionati alle spalle del gruppo, volava un drago in computer grafica. Sputava dalla bocca una fiamma, ora di qui, ora di là, verso il palco, e proprio sul palco si sprigionavano delle fiamme in corrispondenza di dove sarebbero dovute arrivare la fiamme del drago.

Da (ex?) chitarrista una nota particolare: ho contato almeno 5/6 diverse Gibson Les Paul nelle mani paffute del biondo collega d'oltreoceano. Ha tutta la mia approvazione.


firmato: Limo

martedì 23 ottobre 2007

Fastidio

Ci sono una serie di persone che mi infastidiscono. Quelle che considerano la musica un accessorio da aggiungere a qualsiasi situazione, buttandola lì così, senza criterio, scegliendo a caso un disco dal bancone di un supermercato (o, dio non voglia, dal cestone di un autogrill).

Sono quelli che hanno due odiose risposte standard perché temono di non essere all'altezza (di cosa poi... a me se chiedono di funghi o di lucida labbra mica so rispondere approfonditamente) durante la conversazione.

Che musica ascolti? Un po' tutto!

E che diavolo significa un po' tutto? E anche assodato che ti piacciono più generi, fammi almeno qualche nome, non rimanere nel vago più spinto solo perché in realtà non hai la più pallida idea di cosa dire!

Ti piacciono i(l) [nome di un gruppo o di un artista a scelta]? Cosa canta?

Mi viene voglia di rispondere che qui di uomini-gatto non ce ne sono, quindi o conosci o non conosci. Che vuol dire cosa canta? Cioè se chiedi, per esempio, ti piacciono i Dream Theater o i Fear Factory e uno ti risponde così, che gli dici? Ti metti a canticchiare un assolo in 64esimi o un riff a-ritmico in 5/4?


firmato: Limo

lunedì 22 ottobre 2007

follia in tubetto



qui l'originale.


firmato: dok

casino royale vs howie b

in arrivo il remix di reale(*) dei casino royale ad opera di howie b.

sul myspace dei casino qualche pezzo in ascolto.

e dal loro sito pure il video di re senza trono insieme a samuel dei subsonica



(*)disco della madonna ©

--- aggiornamento ---
memo: mai postare di qualcosa senza averla ascoltata prima... i pezzi sul myspace mi fanno, con un sottile giro di parole, cagare.


firmato: dok

scout niblett | this fool can die now


mi ha incuriosito più che altro per la presenza di will oldham: tutto ciò che tocca il buon principe per me è oro.
il disco è bello, molto scarno, viscerale, il che fa un po' da contraltare con la voce pulita di scout niblett.
la musica prende tantissimo dalla tradizione americana, folk, blues in alcuni punti quasi un soul sghembo.



il video mi piace molto, bonnie billy un po' re un po' giullare mi sembra nella sua situazione naturale.

scout niblett: ciao billy, come va?
will oldham: medio, tu?
scout niblett: bene, sto fando il nuovo disco,
will oldham: bella di padella
scout niblett: senti mi dai un etto di anima per un paio di canzoni?
will oldham: certo

will oldham: ho fatto un etto e mezzo. lascio?


firmato: dok

1991 - part II

1991. Anno magico.

Non solo per quanto già espresso nel post precedente...
Ci tengo a da segnalare altre due pietre miliari della storia della musica rock, indubitabilmente. Più un capolavoro ai più sconosciuto che è un autentico gioiello da scoprire e riscoprire.


Seattle capitale della musica dei primi anni '90?


Certo, ma non solo grazie a Nevermind: vogliamo parlare della sequela di classici contenuti in "Ten"?

La voce di Eddie Vedder si apprestava ad entrare nella leggenda, e oggi, a 17 anni di distanza, i Pearl Jam sono "probably the best live band in the world".


Un altro disco che ha segnato la storia della musica è il doppio dei RHCP, che nessuno dei lavori successivi del quartetto californiano è riuscito a surclassare.
Lo stato dell'arte del funk-rock.
Occorre dire altro?




Sì.
Dal funk rock al funk metal: tra gli skater e i pompatoni di Venice Beach la "band minore" di Cyko Myko Mike Muir dà vita a uno dei più sconosciuti capolavori della storia: "The plague that makes your booty move is the Infectious Grooves".


Pensate che Flea sia il migliore bassista funk-rock in circolazione? Provate a sentire che cosa combina Robert Trujillo in questo disco e ne riparliamo.

Con una chicca in più: la voce di Ozzy in traccia 2.


1991. Anno magico.


firmato: Sbrenx

Gomez


Se non li avete mai sentiti, ascoltate i Gomez, che dal '98 sfornano un bel dischettino all'anno!

Ovviamente potrebbero anche farne uno ogni due e raccogliere meno cazzate, ma ci tengo a segnalarvi 3 titoli:



Il primo: Bring It On, il bellissimo "Split the Difference" e l'ultima raccolta "Five Men in a Hut".



e qui il video di how we operate.


firmato: ilax81

1991

Ci sono anni, intesi come date, che sono rimasti nell'immaginario collettivo perché portatori di cambiamenti sostanziali (o percepiti come tali) nella breve e piccola storia del mondo contemporaneo. Penso al 1968, bollato come anno di una presunta rivoluzione studentesca. Penso al 2000, atteso e temuto come fonte di incertezza (e di bug informatici!).

Nella mia ancor più piccola storia di adolescente di provincia, l'anno d'oro che non potrò mai scordare è il 1991. Da ragazzino dell'era pre-internet i rapporti con il mondo discografico erano rari e, come è normale, mediati dalla "compagnia" di amici più grandi.

Che ve lo dico a fare? Erano i periodi delle varie Deejay Parade che facevano furore nei mangiacassette delle Peugeot 205 1.9 GTI, delle Renault R5 Turbo, delle Clio Williams 16V, delle Lancia Delta HF Integrale.

Fu così solo grazie a un amico svizzero che riuscii ad introdurmi in un mondo che subito mi affacinò. Con due cassettine: una di Alice Cooper e una dei Mötley Crüe. Da lì fu una corsa in discesa verso il baratro (qualcuno la pensa (ancora) così).

Ma ecco che veniamo al 1991. In quest'anno uscirono sul mercato 3 dei dischi più importanti della storia del rock (pensiamolo nel senso più ampio del termine) e più importanti per la mia "formazione musicale": i Nirvana esplosero sulle ancora acerbe MTV di tutto il mondo con Nevermind, i Metallica spalancarono la porta al grande pubblico sul mondo metal con il Black Album, i Guns n' Roses raggiunsero il loro apice con il doppio disco in studio Use Your Illusion (I & II).

Tre dischi imprescindibili (che ascolto volentieri anche oggi quando mi capitano tra le mani) e che segnarono il punto più alto, almeno commercialmente, dei 3 grandi gruppi che dominarono poi la prima metà del decennio. Tre dischi diversi ma neppure molto. Li accomuna una patina di "plastica" che li ha portati nelle case delle persone più insospettabili, di gente che fino ad allora non poteva neppure immaginare che una chitarra si potesse permettere un tale ventaglio di sonorità: il suono tagliente e zanzaroso da Seattle, il riff corposo e potente da San Francisco e il rock duro e addomesticato di stampo Marshall/Gibson da Los Angeles.

A chi è troppo giovane per aver vissuto questo periodo consiglio di non ripetere gli errori che tutti i giovani commettono (io stesso l'ho fatto), cioé di considerare preistoria fastidiosa e ingombrante i grandi nomi del passato. A chi qualche anno fa mi consigliava di ascoltare i Boston, i Rush, gli Accept, i Judas Priest, i Van Halen, i gruppi storici degli 80's insomma, rispondevo con un'alzata di spalle. Ora non più. E lo stesso faccio con chi mi consiglia l'ultimo disco della nuova branca gothic-new-tribe-funk-jazzy-alternative-nu del metal.

Mente sgombra e corna al cielo. Rock rules!


firmato: Limo

sabato 20 ottobre 2007

in rainbow$

secondo questo sito che si è occupato di fare un sondaggio il prezzo medio pagato per il nuovo radiohead è di 3.88 sterline, pari a 5.55993 yuri, pari a 10,765.5 lirette.

io l'ho pagato un po' meno. e quando riuscirò ad ascoltarlo per la seconda volta magari ci scrivo pure qualcosa.

comunque se sono vere le cifre di 1.200.000 copie dowloadate legalmente e la media è davvero di 3.88 sterline, beh mica male, soprattutto se poi ci aggiungiamo tutti quelli che se lo ricompreranno vero visto che il download era in un micragnoso 160kbps e che il giochetto di autoproduzione e autodistribuzione era chiaramente finto.


firmato: dok

venerdì 19 ottobre 2007

Guarda il Sole

Risolleviamo ordunque il livello generale di Senti Come Pompa segnalando Guarda il Sole, opera prima del vecchio lupo da palco Daniele Tenca, autentica e generosa anima rock milanese.


Anni di sudore sui palchi di mezza Italia hanno portato il nostro a partorire questo gioiello, gemma rara nel per certi versi omologatissimo panorama indie nostrano.

Con un'autentica chicca: la chitarra solista del grande Stef Burns nella prima traccia, "Non Funziona".

Non vogliamo contraddirti, Daniele, ma funziona eccome!


firmato: Sbrenx

amy winehouse


ieri mi sono arrivati i biglietti per il concerto.
speriamo che lei regga fino al 26...

e che non faccia altre minchiate


firmato: dok

Pievpaolo!


Vista "l'alta caratura" del blog, non può mancare un post su Pievpaolo, il cantante de "Il Teatro degli orrori"... "un cavvo avmato di vock per te!"

Il Teatro Degli OrroriVita Mia


firmato: ilax81

Pink Freud


beccati i Polacchi!
già il nome è tutto un programma.

Pink FreudJazz Fajny Jest


firmato: ilax81

trabant


orcozio!
dei trabant ne avevo letto bene, e al primo ascolto delle cose sul loro myspace entrano subito in circolo.

TrabantWaste of time


firmato: dok

i'm from barcelona | treehouse

primo post per la più grande band del pianeta.


firmato: dok